Sulla vicenda Volkswagen

In un mondo occidentale dove l’attenzione alla tematica ambientale è sempre più CO2-centrica, può sembrare strano che questa incredibile vicenda sia in realtà legata ad un altro inquinante, gli ossidi d’azoto (NOx). Tant’è che nei fiumi di commenti che circolano si iniziano a vedere affermazioni del tipo “un semplice inquinante che tutt’al più può generare qualche irritazione dell’apparato respiratorio”.

Ora, è bene chiarire che gli ossidi d’azoto sono inquinanti molto pericolosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente, in quanto oltre ad esercitare tali effetti irritanti, sono coinvolti in numerosi altri fenomeni di inquinamento: tra i principali vi sono le cosiddette “piogge acide”, la formazione di smog fotochimico (particolarmente insidioso nelle calde giornate estive), la formazione di polveri sottili. Dunque non c’è proprio nulla da minimizzare, né è possibile abbassare la guardia, soprattutto in aree come la Pianura Padana dove la problematica dell’inquinamento dell’aria è ancora molto rilevante.

Ma a differenza della CO2, dove l’emissione è direttamente proporzionale al consumo di combustibile, gli NOx dipendono direttamente dalla conduzione del processo di combustione, ma soprattutto possono essere abbattuti con appositi dispositivi. Che però sono costosi e implicano ulteriori complicazioni tecnologiche e gestionali nei motori diesel, che già particolarmente semplici non sono. Dunque la scelta di truffare è stata guidata unicamente da considerazioni di risparmio economico, non certo da insormontabili difficoltà tecniche.

Tesla-Supercharger-Europe-2016-eff-Oct-2014

La rete dei Supercharger Tesla prevista per fine 2016 in Europa

Mentre fior fior di intelletto veniva utilizzato per individuare sofisticate tecniche di imbroglio, altrettanto intelletto lavorava, dall’altra parte dell’Oceano, per realizzare nuove sensazionali vetture completamente elettriche, per predisporre una rete di ricarica dedicata ad alta potenza, nonché sistemi di accumulo dell’energia che consentano di ottimizzare la produzione da rinnovabili. Insomma, di rivoluzionare in senso ecologico il trasporto privato su strada, preoccupandosi anche di mettere a disposizione di tutti i propri brevetti.

Viste in quest’ottica, la “strategia” e la “visione” di VW appaiono ancora più deludenti e disarmanti.

3 thoughts on “Sulla vicenda Volkswagen

  1. Concordo con tutto quello che scrivi . Sarei la prima ad acquistare

    un’ auto elettrica , ma non possedendo casa e neppure villa con giardino ,

    abitando , per di piu’ , in localita’ in cui la sensibilita’ verso questi problemi

    è inesistente ,dovrei passare il mio tempo a rincorrere paline erogatrici di

    elettricità .Nota che vivo in un capoluogo di provincia e le uniche erogatrici

    sono 2 ( due ) entrambe a 70 ( settanta ) km di distanza .

  2. Ciao,
    per quanto riguarda la mappetta, mi sembra un bel po’ ottimistica dal punto di vista del quantitativo delel colonnine di ricarica… ma tant’è che avendola pubblicata Tesla Motors diverso tempo fà (forse) non sapeva le difficoltà che avrebbe avuto nel perseguire le sue intenzioni, vedi …lungaggini burocratiche, produttori avversari di ostacolo, società elettriche locali inerti o contrarie, Enti locali lenti… ed eventuali problemi tecnici.

    Inoltre non serve paragonare i due “estremi” la scelta di VolkWagen con quella di Tesla, basta rimanere nello stesso ambito, Fiat, Opel, Ford, Bmw, Renault eccetera hanno tutto costruito motori “nuovi” per far fronte alle normative sempre più stringenti, al contrario VW riusciva sempre a mettere lo stesso motore ( certo, aggiornato… ma sempre quello) sui veicoli nuovi.

    • Grazie per il commento. Circa l’ottimismo, stiamo a vedere a fine 2016. Per intanto, almeno in Italia dove le lungaggini burocratiche sono la norma, nel giro di un solo anno ne hanno piazzati ben nove, e già ora si arriva fino a Roma!

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