Accoglienza e diffidenza

Verso l’estero noi italiani nutriamo spesso una certa diffidenza, figuriamoci verso l’estremo oriente! Sarà forse che secoli di conquiste e scorribande subite su tutto il territorio ci portano ad avere un atteggiamento di difesa della nostra identità. In questo modo però rifiutiamo un confronto che non porterebbe ad assumere usi e costumi differenti, ma al contrario a comprendere meglio, e radicare ancora di più, i nostri.20130413_105830

Una volta arrivati in Cina la nostra diversità è sempre stata accolta con grande entusiasmo, fornendoci anche canali preferenziali. In biblioteca, ad esempio, noi “foreigners” siamo sempre esonerati da code e prenotazioni per qualsiasi attività, e questo sembra anche compiacere gli altri partecipanti, che si accalcano per prendervi parte. In genere i genitori degli altri bambini, dopo le lezioni, confabulano tra risatine sommesse per trovare qualcuno che conosca un po’ di inglese (merce rara da queste parti!), unico ponte dove noi e loro possiamo incontrarci. Il tempo è volato e oggi, sabato 20 aprile, è stata per noi l’ultima lezione di origami. Al termine la bibliotecaia ha voluto lasciare dei regali ai bambini e con l’aiuto dell’interprete inglese ci ha detto che spera di rivederci presto ad Hangzhou. Più tardi ci sono stati i saluti con la maestra di kung fu che, dopo aver scattato numerose foto con i tre allievi, con le guance un po’ arrossate e lo sguardo leggermente schivo, ha sussurrato: “I will miss you”. Poi mi ha prontamente chiesto l’indirizzo e-mail.20130413_104546

Infine i ragazzi che qui in università si prodigano per farci sentire a nostro agio e non farci mancare nulla, hanno quella cura particolare di coloro che lo fanno con piacere e forse persino con orgoglio. Chi conosce da più tempo questa realtà ci ha confermato che in cambio cercano arricchimento e opportunità, che derivano dai rapporti interpersonali (sempre nel rispetto dei ruoli che qui appare chiaro esser ben delineati). Così noi cogliamo con gioia ogni occasione per invitarli fuori a mangiare, e le cene di saluti prima della partenza seguono senza soluzione di continuità quelle di benvenuto dopo l’arrivo. Durante la serata le parole e il compiacimento dei ragazzi per la particolare attenzione che gli riservano i bambini, si tuffano nei continui brindisi che rendono l’atmosfera alquanto goliardica.

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Impression West Lake

Ormai e’ evidente che il cuore della città è il Lago dell’Ovest. Ogni sera questo cuore pulsa animato da luci e musiche new age al ritmo delle quali centinaia di ballerini danzano sull’acqua per portare a galla le leggende che da secoli si tramandano ad Hangzhou. E così banchi di pesci magici gialli e rossi si inseguono vorticosamente come trainati dalle onde, fiori di loto fremono sotto la brezza primaverile e tamburi luminosi come soli vengono percossi per farne uscire musica, acqua e luce che paiono fiamme ardenti. Infine lo specchio d’acqua, sotto lo sguardo dei salici illuminati di differenti colori, si riempie di enormi penne bianche alte più di due metri che fluttuano, magistralmente condotte, per simboleggiare il volo della gru, animale sacro che custodisce i frutti dell’immortalità degli dei.

Questa sera anche noi abbiamo assistito a questo spettacolo dal titolo Impression West Lake e le aspettative che avevamo non sono state deluse.

 

Parole d’acqua

Ogni posto ha i suoi colori e i suoi profumi. In Cina ho trovato il rosa dei fiori di pesco, il rosso scuro dell’acero, il verde dei salici e mille fragranze floreali si fondono piacevolmente, quando non vengono coperte dallo smog. L’odore della salsa di soia si avvolge addosso dominando prepotentemente vicino ai ristoranti e alle bancarelle. E poi mi sono imbattuta in un odore acre davvero insopportabile per me. La prima volta che lo sentii eravamo al parco Xixi. Scesi dalla barca e mi immersi nelle bancarelle dove odori e rumori friggevano nell’aria. D’improvviso un olezzo nauseabondo si è infilato su per il naso ed è andato a tuffarsi fin nello stomaco facendolo chiudere. Da allora, camminando per le vie di Hangzhou, di tanto in tanto quell’odore ci tende tranelli appostandosi dietro gli angoli per coglierci di sorpresa. Ieri ci è capitato in prossimità di un semaforo pedonale che aveva cominciato il conto alla rovescia per ridiventare rosso (secondo me l’odore e il semaforo si erano messi d’accordo) e così d’istinto abbiamo attraversato la strada a grandi balzi. Eravamo talmente presi dalla fuga, che non ci siamo accorti che atterrando sull’altro marciapiede avevamo appena superato un’altra passaporta. Salici piangenti accompagnavano un sentiero di pietra, nel quale erano inserite lastre con bassorilievi di animali e temi floreali, verso un lago su cui sonnecchiavano fiori di loto e danzavano petali rosa caduti da vanitosi peschi in fiore intenti a specchiarsi sull’acqua. DSC_3483Una donna ballava lenta sotto i salici i cui rami piangenti, insieme alle braccia, incorniciavano il volto lieto. Un uomo impugnava un bastone dalla punta di spugna e con gesti armoniosi e solenni scriveva parole con l’acqua, ma non per gli uomini, bensì per la brezza che di lì a poco le avrebbe portate via verso il lago, dove barche, come draghi adagiati sull’acqua, le aspettavano scivolando nella luce irreale del pomeriggio.DSC_3480DSC_3485 La pagoda Lei Feng e il tempio Jingzi, poco distanti, sorvegliavano la scena e scrutavano la riva, come per scorgere la Dama Bianca uscire dall’acqua.DSC_3511 “Di buon mattino, sotto il Ponte Rotto, un fumo bianco e leggero si levò sull’acqua. D’un tratto sotto quel fumo una fanciulla con il vestito bianco,…. uscì dall’acqua limpidissima e si diresse verso la riva del lago…..Era il serpente bianco che ……si era trasformato in un essere umano… ” (Il Serpente Bianco antica storia popolare cinese ambientata ad Hangzhou). Eravamo arrivati alla sponda sud del Lago dell’Ovest.

Tra antico e moderno

“Il lago dell’Ovest è una perla brillante, cadente dal cielo, volando danzando con Drago e Fenice arriva a Qiantang (antico nome di Hangzhou)”  (Canto popolare cinese)

“…Quando abitavo ad Hangzhou, mi piaceva fare lunghe passeggiate intorno al lago e, quando mi fermavo, prendevo una calda tazza di tè dalle foglie verdi e contemplavo l’acqua, ascoltandone i rumori. Le onde battono leggermente la sponda come il battito del cuore della natura, la brezza accarezza ogni ramoscello di salice piangente per raccontarci ogni antica storia fluida e viva come una qualsiasi onda….” Yang Xiaping  (Scrittrice cinese di Hangzhou)DSC_3261DSCN1456

A differenza dell’America che ha una storia piuttosto recente, la Cina vanta tradizioni millenarie. Antico e moderno si fondono in ragazzi che ricercano notizie e leggono e-mail su moderni palmari sorseggiando tè vicino a cantastorie di antiche fiabe e leggende popolari.DSC_3316 O ancora nel cibo tradizionale che condividono con fare cerimonioso, dove jeans e camicia non distolgono l’attenzione da movenze che richiamano antichi rituali.

Sebbene tutto questo abbia un grande fascino, coesistono cose alquanto buffe, o per noi assolutamente inopportune. Un esempio di cose buffe sono i pantaloni che utilizzano i bambini appena iniziano a camminare. Sono aperti in mezzo alle gambe (e sotto non ci sono mutande nè tanto meno pannolini) per permettere la fuoriuscita di eventuali ‘perdite’ improvvise. DSC_3317Una cosa già detta, e su cui non ci soffermeremo, è il fatto che la torta venga consumata a metà pasto (d’altro canto la torta non fa parte della tradizione cinese, mentre dolce e salato convivono da sempre sulle loro tavole. Da ciò credo nasca l’equivoco).

Ed infine l’inopportuna  tendenza a liberarsi pubblicamente del catarro di troppo………cosi ogni tanto li senti modulare suoni gutturali preparatori a una imminente espettorazione. Ci è anche capitato di assistere a questo spiacevole rituale in taxi quando il guidatore, fermo al semaforo, dopo aver gorgogliato a lungo, ha aperto la portiera e sputato. Terribile! I bambini sono scoppiati a ridere, a me è venuta la pelle d’oca.

 

Che vento!!

Ieri era una giornata grigia e piovosa. Scendeva quella pioggia londinese ‘spray’ che non mi aspettavo in una zona sub tropicale (intendiamoci io l’ho solo sentita raccontare perchè tutte le volte in Inghilterra mi imbattevo in quella detta ‘a catinelle’). ‘Che strano’ pensavo, ‘dato il periodo mi sarei aspettata dei fenomeni decisamente più marcati ed invece…..tutto qui?’ Si trattava solo di aspettare……..nella notte si è alzato un vento che pareva avere mille mani possenti con cui scuoteva porte e finestre facendole vibrare, buttava al suolo motorini che emettevano lamenti di antifurti che suonavano incessantemente, sferzava le chiome degli alberi che faticavano a tenersi attaccate i rami, e le giovani foglie sembravano risucchiate dalle lunghe dita del vento. E naturalmente non era solo nelle sue scorribande: una pioggia battente allagava le strade e schiacciava a terra tutto ciò che il vento aveva strappato via. Questa mattina la pioggia era terminata, il vento in parte calato, l’aria più pulita, il cielo più terso e numerosi spazzini, usciti in massa come le formiche dopo la tempesta, erano indaffarati a ripulire le strade dalle foglie e dai rami caduti per ridare ad Hangzhou quell’aspetto pulito e ordinato che la rende la Svizzera della Cina.DSC_3433

A proposito di quiete

Chi ha letto i libri di Harry Potter conosce la ‘passaporta’, una porta magica che in un istante ti scaraventa in un altro mondo. Ecco anche qui ad Hangzhou ci sono le passaporte! E proprio mercoledì 3 aprile ne abbiamo attraversata una. Camminavamo lungo una delle tantissime strade trafficate, piene di smog e di clacson che suonano in continuo, quando pieghiamo sulla destra attraversando una porta custodita da due dragoni dorati attorcigliati intorno a pilastri rosso vermiglio. D’improvviso ci troviamo su un sentiero di pietra che si inerpica sopra la collina che domina a nord il lago dell’ovest.
DSC_3320Un altro mondo. Boschi di bambù, coltivazioni di tè, alberi, quiete, verde, e qualche luogo discreto dove assaporare il pregiato tè che si coltiva in queste zone. Ci sediamo accompagnati dai soliti sguardi increduli e dal suono di strumenti musicali a fiato fatti come piccole zucche dalle quali escono tre canne, suonati da un gruppo di persone che trascorrono ore tranquille sorseggiando tè, facendo la maglia e buona musica. DSC_3326Il tempo qui è rallentato. Procediamo nel cammino e altri tesori nascosti di questo bosco ci si parano davanti all’improvviso: il Tempio Taoista Baopù e la Pagoda Baochù. DSC_3343

 

 

 

 

 

 

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Terminato il percorso in un istante si riapre la passaporta e ci troviamo nuovamente nel caos frenetico metropolitano, dove anche trovare un taxi libero è un’impresa da maghi…….e così, non avendo le bacchette magiche, ritorniamo a casa a piedi.

Folla, calma e quiete


Oggi è il primo giorno della festa di primavera e della commemorazione degli antenati. Il popolo cinese si riveste di colori sgargianti DSC_3423e va ad affollare (più del solito si intende) strade e luoghi pubblici. E noi non volevamo esser da meno naturalmente! Approfittando dunque di una bella giornata, e di due ragazzi molto pazienti, siamo andati al parco Xixi, la più grande riserva umida della Cina. Nonostante i luoghi fossero affollati e le persone in ogni angolo, la sensazione era di calma e di quiete,DSC_3418 la stessa provata nel tempio taoista Baopu e nel tempio Lingyin, dove fiumane di persone innalzavano le loro preghiere nel fumo dell’incenso, effettuando inchini in una cornice di suoni ritmici e melodiosi dei mantra dei monaci, dei gong e del gorgheggio di uccelli rinchiusi in piccolissime gabbie. Questi uccelli, come i bonsai, meravigliose piante in minuscoli vasi, nella sofferenza per la costrizione hanno espressioni di rara bellezza.

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