Un intreccio di labirinti

Prima di arrivare ad Hakuba ci siamo fermati in una località con un Bosco Sacro dove vivevano i ninja. Scesi dalla macchina ci siamo avviati nella ricostruzione della scuola dove si allenavano e vivevano i ninja. I ninja erano monaci prima e guerrieri poi, molto abili nel nascondersi e così silenziosi da esser quasi invisibili. I ninja erano esperti a combattere con armi particolari (spade, mazze ferrate, shuriken…). La prima tappa è stata in un tiro a segno, dove ti davano sei shuriken, oggetti simili a stelle di metallo, con cui dovevi colpire un bersaglio. shuriken-icon

Finito i tiri ci siamo diretti alla casa dei ninja. Un signore ci ha invitato a togliere le scarpe. Un attimo dopo eravamo già dentro. Porte scorrevoli nascoste nei muri, stanze sottosopra, ante girevoli, labirinti intrecciati ecc. continuavano a giocarci scherzi. All’inizio sembrava una cosa molto semplice trovare l’uscita ma poi non è stato così. Ogni volta che cambiavamo stanza le porte erano sempre più difficili da trovare ed uscire dai labirinti non era semplice. Molto spesso dopo un lungo percorso ci ritrovavamo nella stanza iniziale e dovevamo ricominciare.

imagesQuando finalmente siamo riusciti ad uscire ci siamo concessi un piatto di soba, spaghetti di grano saraceno cotti in acqua e salsa di soia e serviti con tempura di verdure.

Prima di ripartire abbiamo fatto una passeggiata nel Bosco Sacro in mezzo a due file di cedri secolari che conducevano al tempio. Le piante più antiche avevano i paramenti sacri del tempio.

Pietro

Delle vasche di acqua infuocata!

Dopo  la cena al ristorante italiano ci siamo diretti all’onsen più vicina a casa nostra che è anche la più curativa. Le onsen sono vasche con acqua molto calda, ed alcune fanno molto bene al corpo. Viene utilizzata come un “bagno” dove si lavano, si fanno la barba… Appena abbiamo varcato la porta ci siamo tolti le scarpe (in retromarcia per lasciarle in perfetto ordine) e i vestiti. Per rispettare la regola ci siamo insaponati e lavati prima di entrare nella vasca e alla fine eravamo pronti per tuffarci. Subito io e i miei fratelli abbiamo capito che, in effetti, era un “pochino” calda (infatti è la più calda del villaggio)!

20140812_214519Vedendo che non riuscivamo a entrare in quella vasca bollente un signore ha aperto il rubinetto dell’acqua fredda e poco per volta la vasca si è rinfrescata.

 Finalmente siamo riusciti ad entrare e con qualche bacinella ci siamo divertiti molto anche se all’inizio pensavo che mi sarei annoiato!

Pietro

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Tutti possono sbagliare…

Un pomeriggio il papà è tornato dal lavoro e ci ha detto che aveva trovato un centro con alcune piscine calde e fredde. Subito abbiamo preparato gli zaini e siamo andati verso questo posto chiamato Aquarena.

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page_intro_img Appena arrivati ci siamo tuffati nella piscina da 25 m ma quando io, Luca e Andrea abbiamo notato lo scivolo, non abbiamo potuto fare a meno di provarlo. Dopo tante scivolate mamma e papà ci hanno condotto in un corridoio e ad un certo punto ho iniziato a vedere una tribuna con seggiole gialle. Entrato nell’enorme struttura ho visto una vasca da 50 m con 10 corsie, una con tanti trampolini dal più alto al più basso e una piccola piscina con l’idromassaggio. Ma la particolarità della piscina era il fondo che, nelle giornate aperte a tutti diventava alto 1 m e nelle giornate di allenamento diventava di 2 m circa. Un altra cosa molto buffa erano i bagnini che continuavano a riprenderci:

  • il papà stava nuotando e lo hanno ripreso dicendo che in quella corsia si poteva solo camminare,
  • io e Luca stavamo facendo una gara affiancati e ci hanno detto che bisognava nuotare tenendo la destra,
  • la mamma nuotava con la tavoletta quando è arrivato un bagnino che ha messo le mani a croce e ha pronunciato:”bidobà”.

Eppure anche loro sbagliano: una sera siamo andati in un ristorante e a me e a Luca (non ne dubitavo) hanno sbagliato l’ordinazione. E così al posto di una succulenta piadina ricolma di ogni delizia ci hanno portato una minestra di verdure e cuscus…….che tristezza!

Pietro

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Due templi in due giorni

Domenica siamo andati a visitare un tempio. Sembra strano che ci siano tanti templi, ma è così, infatti a Kyoto ce ne sono circa 100.  DSC_6655Appena varcate le porte del tempio Rokuonji ci troviamo davanti a un parco con pini ad ombrello, aceri, gimki e un laghetto nel quale si specchia una grande struttura in legno dorato. Quella è la parte più importante del tempio, che si chiama Padiglione d’Oro, perché contiene le reliquie del Budda. Con la mappa del tempio abbiamo percorso i sentieri del parco. Prima di proseguire verso i giardini del palazzo imperiale ci siamo goduti un buon gelato!

DSC_6688Il giorno seguente siamo andati a visitare un altro tempio: Kiyomizu-dera. La strada per arrivare al tempio è in salita e fiancheggiata da negozi di kimono, dolci tipici, statuette del Budda e altri oggetti.

Arrivati in cima ci troviamo davanti a una lunga scalinata di pietra con ai lati due grandi statue talmente attente e impegnate a proteggere il tempio che sembrava gli si infuocassero gli occhi!

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All’interno ci sono tanti edifici ognuno dei quali contiene un Budda. Gli edifici sono completamente immersi in un bosco ed è piacevole camminare in quei piccoli sentieri ombreggiati, si sta bene e non si ha il problema del caldo. Uno di questi ci conduce ad una pagoda rossa splendente che, vista dai templi vicini sembrava un vulcano ricoperto di lava brillante!DSC_6728

Scendendo infine una scalinata di pietra si arriva ad una cascata sacra le cui acque sembra che abbiano poteri terapeutici. Così ci siamo messi in coda per bere anche noi quell’acqua: era buonissima, ma che noia la coda!

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Lo scivolo di pasta

20140717_192800Ieri i ragazzi che lavorano con papà ci hanno organizzato una festa in università. E’ stata una grandissima sorpresa quando da lontano ho scorso una piccola tettoia con sotto una tavola piena di cibi e bevande tipici: noodles (gli spaghetti giapponesi e cinesi), the verde, sushi e insalata. Tanti amici ci aspettavano per una festa, una bellissima festa…

Man mano che mi avvicinavo notavo sempre più cose sotto quella piccola tettoia ma solo quando sono arrivato molto vicino ho notato quattro lunghe canne di bambù tagliate a metà, collegate tra di loro e sostenute da tre piedistalli, dentro alle quali scorreva dell’acqua. L’ho osservato bene: sembrava proprio uno scivolo d’acqua in miniatura con in fondo uno scolapasta appoggiato sull’erba. Proprio in quel momento una ragazza ha preso i noodles, si è messa vicino alla canna più alta e ha iniziato con le bacchette a versarli dentro l’acqua. Intanto un altro ragazzo ci ha dato una scodella con del brodo di pesce e ci ha mostrato che dovevamo prendere gli spaghetti con le bacchette prima che finissero nello scolapasta e metterli nel brodo per poi mangiarli. Qua si può vedere un video.

Io ci ho provato e riprovato, ma niente, non riuscivo a prenderli. Perseverando alla fine ci sono riuscito (con una mia tecnica personale).

E’ stata una bellissima festa, proprio come immaginavo!